Nel 1990, poco dopo la morte di Hans Urs von Balthasar, il card. Joseph Ratzinger, con il beneplacito di Papa Giovanni-Paolo II, chiese a p. Jacques Servais di assumere la guida di una casa di discernimento vocazionale. Così il 27 settembre di quell’anno la Casa Balthasar cominciò la sua attività con un gruppetto iniziale di nord- e sudamericani.
Come Ratzinger stesso spiegava nel Convegno Internazionale su Henri de Lubac organizzato all’Università Gregoriana, nel nov. 1996: questa Casa è “volta a promuovere nei giovani una piena integrazione tra formazione intellettuale e formazione spirituale, tra competenza scientifica e santità, ha avuto e ha come punto di riferimento, anche se non esclusivo, l’opera e la figura di Lubac, Balthasar e Speyr. Essi, infatti, sono stati presi come esempi concreti e maestri di vita spirituale cristiana e, nello stesso tempo, dottori da cui attingere una dottrina veramente ecclesiale e cattolica”.
Nel comunicare il benestare alla collaborazione a questa iniziativa di p. Servais, il Superiore Generale, Rev. P. Peter Hans Kolvenbach, aveva scritto al card. Ratzinger: “Sono felice di potere in questo modo partecipare alla realizzazione di un progetto al quale la Compagnia di Gesù non può essere indifferente, data la spiritualità ignaziana così spiccatamente marcata dei tre Autori”. Nella mente del cardinale, che gli aveva descritto il progetto, si trattava infatti di aprire uno spazio dove dei giovani provenienti da vari continenti avrebbero potuto ricevere una formazione autenticamente cristiana, con solide basi spirituali e dottrinali. Da cardinale e anche negli anni del suo pontificato, Joseph Ratzinger ne seguì personalmente la realizzazione e gli sviluppi. Egli non voleva che l’opera fosse un’istituzione in più di tante altre, bensì una “rete di amici” dentro la Chiesa universale e un luogo di passaggio che offrisse un servizio puntuale – ad immagine degli Esercizi spirituali – di discernimento vocazionale e di formazione alla vita evangelica intesa in uno spirito mariano-giovanneo, da vivere nel proprio ambiente, soprattutto laddove esso è segnato dalle sfide della secolarizzazione fuori e dentro la Chiesa.
Prima ancora della scomparsa del suo maestro e amico p. Henri de Lubac, Joseph Ratzinger volle poi dare vita a un’associazione, che portasse il nome di questi, di Balthasar e di Adrienne von Speyr, la donna medico che collaborò per molti anni con lui. Lo scopo era sostenere la Casa Balthasar e accompagnarne la crescita con la propria competenza. Nacque così l’Associazione Lubac-Balthasar-Speyr con sei soci iniziali: due gesuiti, Joseph Fessio (U.S.A.) e Jacques Servais (Belgio), due membri dell’istituto secolare Johannesgemeinschaft, la sig.ra Cornelia Capol (Svizzera) e il dott. Felix Genn (Germania), un sulpiziano, Marc Ouellet (Canada) e un domenicano, Christoph Schönborn (Austria).
Assieme ai suoi collaboratori di ieri e di oggi nonché ai tanti giovani di tutto il mondo che sono passati dalla Casa Balthasar, p. Servais si unisce alla preghiera di tanti fedeli rendendo grazie al Cielo per la costante attenzione che il cardinale e Papa emerito Joseph Ratzinger ha avuto per essa, certamente non senza l’appoggio discreto di Papa Francesco e della Compagnia di Gesù.
Il 31 dicembre 2022
Comments