Cor Mundi
«Cor Mundi» designa una rete di amicizia che unisce laici impegnati in studi o in professioni secolari che desiderano muoversi verso una radicale consacrazione a Gesù Cristo nel mondo e, per così dire, dal di dentro del mondo, integrando così al meglio la loro attività temporale con la loro vita di grazia.
Il cuore del mondo
Noi cristiani siamo in mezzo a questo mondo, tra tante persone. Insieme condividiamo un’esistenza comune. Il mondo è per noi qualcosa di diverso da quello che è per gli altri. Questo perché in un modo o nell’altro - anche se forse non del tutto consapevolmente - abbiamo conosciuto il fine di Dio su questo mondo. Conosciamo, infatti, il modo stesso in cui egli si è impegnato nei suoi confronti: «Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito a salvarlo» (Gv 3,16). Il mondo, così com’è, potrebbe non essere esattamente il tipo di casa che un cristiano avrebbe costruito; tuttavia, è una casa che il cristiano può chiamare tale, proprio perché Dio l’ha costruita attorno al dono del suo stesso cuore: il Verbo si è fatto carne.
Dio ha dato nel suo Figlio un cuore a questo mondo: «il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi...» (Gv 1,14). Fin dall’Incarnazione, la posizione cristiana in questo mondo richiede un atteggiamento fondamentale, quello della fede: fede in ciò che Dio ha compiuto attraverso suo Figlio a nostro favore, fede nella comunione che abbiamo con Lui, fede nel fatto che Dio ci ha voluti qui per una missione personale, che è confidata solo a noi, fede nell’incomparabile vicinanza di Gesù Cristo a ogni essere umano. Possiamo anche dire: la speranza che il grande fardello che Dio e suo Figlio hanno sostenuto per il destino del mondo si risolva in una vittoria dell’amore, che, anche se non siamo in grado di descriverla, ci chiama già a dare il «Sì» più generoso e a collaborare offrendo tutta la nostra esistenza.
AMORE
Le varie situazioni e occupazioni vissute da un cristiano nel mondo costituiscono un insieme ammirevole. Anche se questo insieme di elementi diversi non gode sempre di una coerenza, il fatto stesso che esista come tale rappresenta l’intenzione d’amore di Dio. Anche le dissonanze che oscurano questa intenzione possono essere percepite come opportunità aperte dall’amore e dalla pazienza di Dio. Egli non realizza tutto da solo, ma lascia che le cose vadano avanti. Le professioni e i diversi impegni sociali costituiscono il campo da cui l’esistenza cristiana è chiamata a innalzare un inno d’amore, soprattutto nel portare all’uomo, attraverso il servizio, l’amore che abbiamo conosciuto in Cristo. L’amore ha bisogno di opere per sussistere ed evitare di diventare menzogna.
TESTIMONIANZA
Il cristiano ha un buon occhio per evitare le illusioni e la mancanza di profondità nello scandagliare la situazione del mondo. Inoltre, solo il cristiano può farsi un’idea, anche se da lontano, di cosa significhi veramente il male che esiste nel mondo. Solo il Verbo fatto carne ha preso completamente la misura del male, gustando fino in fondo il calice della Croce. Il cristiano che rimane con Gesù non può non vedersi minacciato dalle fosse spalancate dell’egoismo e dell’odio che lo affiancano, perché vede da vicino, soprattutto nei propri peccati, che è ben possibile dire «No» a Dio che è amore. Proprio perché il Cuore del mondo non si è aggrappato ad altezze celestiali al riparo dalla vicinanza umana, ma al contrario si è aggrappato alla terra fino ad esserne inghiottito, il cristiano può stare nel mondo con la pace che viene da Lui, una pace che questo mondo non può offrire. È quindi parte integrante della nostra speranza godere della certezza che la Provvidenza di Dio troverà sempre il modo di garantire, in mezzo al mondo delle potenze scatenate, spazi di libertà in cui testimoniare.
FRUTTO
Secondo la promessa del Signore, non mancheranno frutti abbondanti: frutti di guarigione delle ferite che segnano il mondo, frutti di riconciliazione e di pace, frutti di un’apertura al cielo di ambiti terreni finora chiusi, frutti di un nuovo servizio per i sofferenti e di un nuovo ordinamento di molteplici energie e forme di generosità. Perché le attività artistiche, ad esempio, dovrebbero rimanere estranee al Vangelo? Senza quindi alcuna pretesa di ripristinare un nuovo ordine cristiano, accettando l’autonomia del mondo come dono del Creatore, la missione del cristiano nel mondo non può accontentarsi di dare a Cesare ciò che gli spetta senza dare anche tutto a Dio, Colui che ha dato tutto fin dall’inizio. La fecondità cristiana si estende a ogni settore della vita umana. Questo è il dono che il Cuore del mondo fa ai cristiani.
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