(Ri)leggere le Lettere di sant'Ignazio
Diretto da Loyola a Manresa, Inigo de Loyola fece una visita al santuario di Aránzazu dove, secondo la tradizione, avrebbe fatto voto di castità (Au 13; cf. Epp 4721). Si fermò poi, il 25 marzo 1522, a Montserrat, dove fece la confessione generale seguita da una veglia d’armi davanti all’altare di Nostra Signora (Au 17-18). Nella mattina incontrò la Sig.ra Iñés Pascual, una vedova oriunda di Barcelona, che possedeva una casa a Manresa. Giunto di là, lei si prese maternamente cura di lui mentre egli la istruiva circa le vie della vita spirituale. Dopo il suo ritorno da Gerusalemme, nella quaresima del 1524, il pellegrino prese alloggio nella soffitta della sua modesta casa a Barcelona.
In vista del processo di beatificazione d’Ignazio, suo figlio Juan diede nel 1582 una testimonianza che contiene, oltre a delle informazioni sul rapporto di sua madre con il «Pellegrino», una rara descrizione di questi:
[Mia madre] si incontrò con un giovane uomo vestito da pellegrino, di non alta statura, di un volto pallido, con cappelli rossicci e un comportamento tanto dignitoso e modesto, che innalzava appena gli occhi dalla terra; e claudicava dalla gamba destra. L’uomo chiese a mia madre se ci fosse nella regione un ospizio nel quale avrebbe potuto fermarsi per alcuni giorni. Ora, colpita dal modo nobile e gentile del pellegrino, lei le guardo più attentamente e si sentì mossa a pietà e devozione nei suoi riguardi. Gli rispose che l’ospizio più vicino era a tre miglia di distanza e vi andava lei stessa, e, se lo si fosse auspicato, si sarebbe offerta a essergli di utilità e di aiuto. Il Pellegrino era contento della proposta e decise di seguirla.
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